Sandra e Fabrizio – Biglietto di sola andata per il mondo

Sandra e Fabrizio – Biglietto di sola andata per il mondo

Comprare un biglietto di sola andata per il mondo? E’ possibile: lo dimostrano Sandra e Fabrizio, che attraverso il loro blog Chi viaggia trova (e i canali social) raccontano il loro lungo viaggio intrapreso nell’aprile 2021, in pieno periodo pandemia da Covid. Ma iniziamo dal principio, ovvero chi è questa coppia che ha deciso di mollare tutto per seguire la propria passione. Due Italian Dreamers molto speciali, che ci hanno raccontato la propria esperienza di vita all’estero che per il momento li ha portati in una dozzina di Paesi viaggiando lentamente.

“Non siamo ricchi, stiamo insieme da 16 anni e lavoravamo già entrambi: con ciò che avevamo messo da parte come risparmi e il lavoro online di Sandra siamo riusciti a mantenerci in viaggio. Siamo due persone normalissime”. E’ così che si presentano Sandra e Fabrizio. Non due privilegiati, ma due persone che hanno semplicemente lavorato per anni con un obiettivo, ovvero partire e lasciare tutto per scoprire il mondo.

Biglietto di sola andata: come scegliere dove andare

Nonostante le mille domande, le paure e le ansie (inevitabili), la coppia ha fatto una scelta che per molti potrebbe sembrare drastica ma che per loro è stata la più giusta. Come sottolineano anche sul loro blog, infatti, già da tempo non si sentivano più a proprio agio nella loro routine quotidiana: non poter viaggiare se non per alcuni limitati periodi e dover fare tutti i giorni la stessa cosa era diventato “troppo”, quindi la decisione di fare le valigie e partire.

“Avevamo già in mente di partire, forse non in quel momento ma alcune circostanze ci hanno fatto prendere quella decisione. Anche la pandemia ci ha dato il tempo di pensare cosa volevamo fare davvero. La prima volta abbiamo quindi preso un biglietto di sola andata per Bangkok: all’inizio avevamo un quaderno con segnate tutte le tappe ma non è quasi servito, perché per via del Covid tanti Paesi erano ancora chiusi. Siamo stati in Thailandia per 45 giorni, più 30 di allungamento del Visto, poi ci siamo recati in Indonesia per 6 mesi con un Visto business in cui si dichiara di fare un lavoro online tipo quello del nomade digitale, infine abbiamo preso un volo diretto per il Messico dove siamo stati per 3 mesi più 3 fino a scendere in tutto il Centroamerica fino a Panama“.

Un viaggio da sogno, si penserebbe, ma le difficoltà non sono certo mancate. A partire dalla gestione del budget, giocoforza limitato considerando il lungo periodo di soggiorno. “A livello di budget bisogna essere un po’ dei piccoli ragionieri: abbiamo calcolato circa 25 euro di budget per un giorno in due, magari si sforava qualche volta ma poi si recuperava. Certo, non si fa l’aperitivo tutte le sere, mangiavamo nei mercati locali e dormivamo anche in camere che avevano un costo di 2,40 euro a notte; bisogna solo spendere il meno possibile ogni giorno“. Pasto tipico? Frutta, cibo locale e tutto ciò che si può trovare a prezzi bassi nei mercati tradizionali. Che, oltre a vendere cibo a prezzo stracciato, sono anche un ottimo modo per comprendere meglio la cultura del posto e incontrare la popolazione.

Vivendo alla giornata, la pianificazione del viaggio e dell’itinerario è andata sempre scemando fino a lasciare spazio alla scoperta di luoghi inaspettati, meno turistici e più autentici. “Abbiamo programmato sempre meno cosa vedere e dove andare, ci sono state anche giornate in cui camminavamo e basta. Per la Thailandia e l’Indonesia avevamo già un itinerario ma per il resto no: dal Messico ci aggiornavamo man mano. Il nostro sogno era fare tutto il Sudest asiatico, poi però c’era il problema che a causa del Covid nessun Paese era aperto e all’epoca il Messico era l’unico senza restrizioni. Pensavamo comunque già al Messico come vacanza, ma considerate le circostanze ci siamo volati subito”.

Dove andare con un biglietto di sola andata

Diverse e uniche le esperienze fatte nei vari Paesi grazie al biglietto di sola andata: Sandra e Fabrizio hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con la vera essenza dei luoghi che hanno visitato. “Conoscevamo già la Thailandia perché ci eravamo stati in vacanza, il cibo è fantastico ma l’Indonesia è stata in assoluto il nostro Paese preferito: ci sono davvero pochi punti negativi, abbiamo vissuto tanto e senza l’ombra di turisti, eravamo solo noi e qualche surfista. Abbiamo avuto anche la fortuna di vedere Bali com’era una volta, in qualsiasi posto andassimo venivamo accolti come parte della famiglia; le persone sono fantastiche, indipendentemente dalla religione, di una bellezza assoluta. In Centroamerica la vita costa di più, spesso cercavamo posti in cui alloggiare con la cucina per non mangiare fuori tutti i giorni e le sere, cercavamo per lo più frutta o cucinavamo noi qualcosa; inoltre non avevamo il motorino e quindi stavamo poche notti, invece nel Sudest asiatico riuscivamo di più a girare grazie allo scooter“.

Dopo il Centroamerica, sono tornati in Italia nell’estate del 2022 e ripartiti a settembre ancora con un biglietto di sola andata per una nuova esperienza tra India e Sri Lanka. Il primo, meta che in molti vorrebbero visitare, in realtà non ha lasciato un segno particolarmente positivo nella coppia. “In India ci sono stati tanti posti che ci hanno fatto scappare dopo due giorni: non ce ne siamo innamorati, sapevamo a cosa andavamo incontro tra cui la sporcizia inimmaginabile con odori fortissimi. Viaggiando con un budget basso si vede l’India reale e l’impatto è stato duro ma più di ogni altra cosa abbiamo avuto difficoltà con le persone, soprattutto a Delhi: non c’è il concetto di privacy e sono un po’ invadenti, ci sono state anche tante persone stupende che ci hanno aiutato e ospitato però noi cerchiamo molto empatia con le persone e lì un po’ manca. Inoltre cercano un po’ di fregarti come se fossi un “bancomat ambulante”. Però spostandoci verso sud la percezione è cambiata, sia per le persone sia per il paesaggio e la pulizia. Lo Sri Lanka invece è molto più pulito, la gente più accogliente anche perché hanno a che fare con i turisti più spesso. Lì abbiamo preso il motorino per girare, è il Paese più economico in assoluto che abbiamo visitato”.

Come lavorare in viaggio?

“Io (Sandra) faccio la traduttrice e quindi non ho orari fissi: lavorare tra le 2 e le 3 ore al giorno è l’ideale ma quando c’è una grossa commissione bisogna stare più a lungo, anche solo per non lavorare con ansia. Fondamentale trovare una buona connessione: in Messico e Centroamerica ci sono tanti locali col wifi in cui poter lavorare agilmente, invece in Asia utilizzando le schede telefoniche locali si utilizza l’hotspot dal telefono; in Sri Lanka spesso andava via la corrente per 1 ora e mezza ogni sera, ma ce la si faceva. Non è assolutamente fattibile lavorare dalla spiaggia, non capisco come e se davvero lo facciano i nomadi digitali che si vedono sui social: magari in un bar vista mare si può fare, ma io preferivo lavorare dalla stanza per non avere distrazioni”.

Esperienza più particolare? “Partecipare per caso a un funerale in Indonesia. L’isola di Sulawesi è la patria dei funerali, di religione sono animisti: è tradizione che una volta all’anno riesumino i cari defunti e li facciano rivivere come se fossero ancora parte della famiglia. Invece ogni volta che muore una persona uccidono tanti animali (in base alla ricchezza della persona, dalle galline ai maiali ai bufali), era una mattanza. Per loro è una festa, c’era una specie di animatore sul palco e tutti la vivevano come una festa. Se muore un bambino neonato, invece, viene sepolto dentro un tronco di un albero perché dicono che sono anime bianche e così vengono restituite alla natura. È stata la più particolare ma anche la più scioccante (per Sandra) e strana (per Fabrizio), ne avevamo sentito parlare ma non pensavamo di finirci in mezzo”.

Biglietto di sola andata: pro e contro

Esperienza più bella? “Tutto il viaggio con il biglietto di sola andata è stato bellissimo, ma un posto di cui parliamo spesso anche tra noi per il bel ricordo che ci ha lasciato è l’isola di Hatta. Ci vuole una settimana ad arrivarci e non c’è il collegamento internet, avevamo una casetta sulla spiaggia e non c’è assolutamente nulla. Le persone ti ospitano e ti preparano i pasti ma non ci sono ristoranti né bar, davanti solo la barriera corallina con tanto di squali e stelle marine. Dovevamo starci una settimana ma abbiamo allungato per quanto era bello stare lì. Abbiamo speso 12 euro in due, tutto compreso, a notte. Lì diventi un membro della famiglia, sull’isola vivono circa 30 persone e si conoscono tutte, sono molto ospitali“.

Esperienza più brutta? “In Honduras siamo stati pochissimo, è ancora un Paese molto pericoloso al di fuori delle isole turistiche che non abbiamo fatto perché troppo costose, non lo consiglio come meta di viaggio. Ci hanno persino detto di comprare un machete se avessimo voluto uscire, dopo il tramonto ci si deve chiudere in camera e sparano ovunque perché le bande hanno in mano tutto il Paese. Nel posto in cui alloggiavamo hanno ucciso dei poliziotti mentre eravamo lì, a sangue freddo”.

Consigliereste questa esperienza con un biglietto di sola andata? “Sì, ma solo se realmente si ha il pensiero di farla. Già pensarlo è un passo, noi avevamo pensato di partire per un anno e poi tornare prendendoci una specie di anno sabbatico: secondo noi è l’ideale per capire se realmente è lo stile di vita che si vuole tenere. A tentare non c’è nulla da perdere, si aprono tantissime porte come ad esempio un lavoro online, con le nuove professioni che stanno nascendo. Si deve provare, poi si può sempre tornare indietro. Viaggiare è la più grande scelta che si possa fare: il nostro blog “Chi viaggia trova” significa proprio che in viaggio si trova sempre qualcosa che rimane, dal sorriso alla bella spiaggia a un semplice pappagallo. Non c’è bisogno di essere ricchi, la cosa che serve di più è lo spirito di adattamento.

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