Laura – Master negli Stati Uniti

Laura – Master negli Stati Uniti

E’ possibile frequentare in contemporanea ben quattro master negli Stati Uniti? Se si è disposti a metterci tutto l’impegno e a non sprecare nemmeno un secondo per ampliare la propria cultura, tutto è fattibile. Lo sa bene Laura, che si trova da quasi un anno negli States e sta portando a termine il suo obiettivo approfondendo la lingua, la cultura americana e un mestiere che vorrebbe portare in Italia al termine della sua esperienza.

Laura ha studiato dapprima al liceo linguistico, dopo di che ha frequentato la facoltà di Lingue e letterature straniere moderne (curriculum orientale) a Bergamo laureandosi nell’anno accademico 2021-2022 con un ottimo risultato: 105/110. Ma non è verso il Sol Levante o il Medio Oriente che il suo cuore l’ha spinta dopo la laurea, come detto, bensì alla volta degli Stati Uniti.

Master negli Stati Uniti, da dove partire

Se con Silvia vi avevamo parlato dell’esperienza di ragazza alla pari, ora vi raccontiamo cosa significa frequentare uno (o più) master negli Stati Uniti partendo dalla storia di Laura.

“Ho iniziato l’università in Italia durante la pandemia, quindi ho seguito i corsi per lo più online e sono riuscita a frequentare le lezioni di persona solamente l’ultimo anno. La lingua più difficile da studiare da remoto è stata sicuramente l’arabo, che già è complicato di per sé e certamente impararlo solamente online non aiuta. Oltre all’arabo ho seguito i corsi di inglese, spagnolo e tedesco che avevo già studiato al liceo”.

Una volta diplomata, Laura ha deciso di partire iscrivendosi a un master negli Stati Uniti. “Avendo studiato lingue volevo approfondire soprattutto l’inglese, arrivando a essere più fluente nel parlarlo: mi sono buttata e, ovviamente d’accordo con la mia famiglia, sono partita. Era qualcosa che ho sempre voluto fare. Ho fatto diversi viaggi di studio e scambi culturali ma mai per così tanto tempo, invece stavolta volevo immergermi a pieno nella cultura americana. Mi sono quindi iscritta a una specie di master negli Stati Uniti, in particolare alla Florida University: si trattava di corsi di business e relazioni internazionali. Alla fine, ad aprile 2024, otterrò la certificazione”.

Una volta giunta in università, Laura ha potuto scegliere se stare in un alloggio nello studentato o in famiglia, preferendo quest’ultima soluzione. “Le famiglie ospitanti sono magari persone che hanno studiato anche in altri Stati e quindi hanno deciso, sulla base della propria esperienza, di aprire la propria casa a studenti che arrivano da altri Stati o altre nazioni. Io sono ospite di una famiglia a Orlando. In questo modo ho i miei spazi, sia fisicamente sia emotivamente, anche perché coloro che mi ospitano sono due chirurghi e lavorano molto. Però è bello tornare a casa e parlare con loro, è una possibilità per immergersi ancora di più nella loro cultura: ad esempio guardiamo insieme le partite di baseball o football americano. E’ un’esperienza diversa rispetto alla stanza del college”.

Tra master e viaggi negli Usa

Ma Laura non sta studiando solo business e relazioni internazionali, perché nel frattempo ha frequentato alcuni corsi per ottenere una certificazione come Wedding Planner e una come Event Planner: settori in cui già operano i suoi genitori in Italia, avendo un negozio che si occupa dell’organizzazione di eventi tra cui anche i matrimoni. E, ancora, un master in italiano, online, per diventare una wedding planner certificata a livello europeo. “Mi piace mantenermi attiva e non perdere l’occasione di approfondire le mie competenze anche in diversi settori. In generale i corsi sono più rapidi perché durano 4 o 6 mesi, mentre il master dura dai sei mesi a un anno. In questo caso ho voluto frequentare quei corsi per supportare i miei genitori, una volta tornata in Italia: già li aiuto con l’inglese quando ci sono matrimoni di coppie straniere, non escludo di dedicarmici ancora di più in futuro e quindi voglio essere formata adeguatamente”.

Come funziona una tua giornata tipo? “Le lezioni del master negli Stati Uniti hanno frequenza obbligatoria, variano al mattino o pomeriggio, mentre per quanto riguarda i corsi online mi organizzo per seguirli nelle ore buche. Nel weekend oppure nei diversi “break” (che qui sono molti e permettono di viaggiare di più perché si spezzettano le varie settimane), se riesco, ne approfitto per viaggiare: finora in Florida ho visitato Miami, Tampa, Jacksonville, Orlando, Melbourne, Gainesville; poi sono stata alle isole Florida Keys, a Disney world alla Nasa – Kennedy Space Center, in Texas, in North Carolina, a Washington DC, nello Utah per uno ski trip e in California anche agli Universal Studios. Ho in programma di recarmi a New York e nel Nevada, in particolare a Las Vegas e nel Grand Canyon. La sensazione qui è che si accorciano le distanze: anche se in realtà sono infinite, non si percepiscono come tali. Tutto è più grande: il cibo, le strade, e ci si abitua a guidare anche per migliaia di chilometri senza sentirne più di tanto il peso”.

Ma non è finita qui, perché tra master e viaggi pochi giorni fa Laura è stata premiata dalla Fondazione Italia Usa: a lei è andato il “Premio America Giovani” che ha ritirato a Roma alla Camera dei Deputati. Un importante riconoscimento che premia gli studenti universitari meritevoli a livello nazionale. E che dà accesso a una borsa di studio del valore di 4mila euro per frequentare un master online (nel caso di Laura l’ennesimo) dal titolo “Leadership per le relazioni internazionali e il Made in Italy”.

“Mi hanno consegnato il premio giovedì 15 febbraio: ho preso un volo per stare tre giorni a Roma e poi sono tornata negli Stati Uniti. La Fondazione Italia Usa fa parte del programma accademico delle Nazioni Unite, UNAI – United Nations Academic Impact. Alla cerimonia, molto emozionante, erano presenti anche nomi importanti come il docente Emilio Iodice (diplomatico presso le ambasciate Usa di Brasilia, Città del Messico, Madrid, Roma e Parigi; direttore emerito della Loyola University di Chicago). I relatori erano invece Manuel Gomez Gane (tutor del corso), ⁠Corrado Maria Daclon (saggista, giornalista, fondatore e segretario generale della fondazione Italia-Usa), ⁠Giampiero Gramaglia (giornalista e consigliere della comunicazione) e ⁠Cristian Casella (imprenditore e consulente di comunicazione). Inoltre, abbiamo assistito all’intervento dell’avvocato Antonio Visicchio”.

Master negli Stati Uniti: pro e contro

Dunque, a breve Laura tornerà in Italia ed è il momento di fare qualche bilancio. “Cosa mi è piaciuto di più? Immergermi totalmente in questa cultura. E poi in università è stato bello avere tanti progetti da fare insieme: si collabora di più rispetto all’università italiana dove si studia più singolarmente e si fa l’esame. E ovviamente l’aspetto del viaggio, perché ho visto posti bellissimi”.

Cosa ti è piaciuto, invece, di meno?” Inizialmente non è facile come esperienza, perché ero da sola e mi sono dovuta integrare, ma gli americani sono molto gentili e amichevoli. Devo ammettere che fuori dal contesto universitario è difficile fare gruppo perché gli altri studenti arrivano da città lontane se non Stati ancora più lontani. Ma avendo sempre giocato a pallavolo in Italia, ho trovato alcuni compagni con cui giocare a beach volley e quindi ho fatto gruppo con loro. A tal proposito, ho anche potuto immergermi negli sport più seguiti: sono andata a vedere partite di baseball e football e una partita di basket NBA, ho provato anche a giocare a golf e a fare rafting e kayak. Tornando agli aspetti un po’ più negativi, gli americani sono un po’ più amichevoli ma allo stesso tempo si creano meno relazioni strette”.

Progetti per il futuro? “Ad aprile torno in Italia, vorrei fare un ultimo master (stavolta nel mio Paese) ma vedremo cosa succederà”.

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