Carmelo – IT informatico a Malta

Carmelo – IT informatico a Malta

Spesso non servono troppe motivazioni o riflessioni per recarsi all’estero. Bastano un amico che cerca nel tempo di convincerti a raggiungerlo, un lavoro ben pagato e la voglia di provare una nuova esperienza migliorando la conoscenza di un’altra lingua.

Ed è proprio quello che ha spinto Carmelo Stefania a intraprendere il suo viaggio, lavorando come informatico a Malta.

“Malta è stata una scelta un po’ condizionata da vari motivi: in primis fare un’esperienza dove migliorare l’inglese, ma principalmente perché un amico vive qui da circa 6 anni. Da quando si è trasferito continuava a chiedermi di venire, ho deciso che lo avrei raggiunto durante il lockdown del 2020 perché dopo tre mesi che non uscivo di casa volevo cambiare aria. L’ho quindi contattato, mi ha dato una mano per aggiornare il curriculum e a preparare tutte le pratiche per partire”.

Come lavorare da informatico a Malta

Dalla decisione all’effettivo approdo sull’isola, però, ne sono passati di mesi. Non è infatti stato semplice cambiare lavoro, nonostante l’azienda fosse interessata alla sua figura professionale (informatico a Malta). “La mia assunzione è una storia un po’ assurda: anzitutto ho dovuto fare due colloqui ma non ho più avuto notizie, poi ad agosto avevano chiuso le assunzioni. A un certo punto però il mio amico mi ha ricordato di controllare la mail perché mi avevano mandato la richiesta di contatto, non l’avevo vista – probabilmente era finita in spam. Quindi ho finito il percorso per l’assunzione facendo altri due colloqui, inoltre hanno chiesto le referenze a due persone con cui avevo lavorato. Prima di Natale ho fatto un ulteriore colloquio, l’ultimo, e la loro offerta per lavorare come informatico a Malta è arrivata nelle prime settimane di gennaio 2021: avrei iniziato a lavorare con loro il 1 marzo”.

Così, una settimana prima di partire per la sua nuova avventura professionale come informatico a Malta, Carmelo è giunto nel nuovo Paese. In una condizione sicuramente avvantaggiata, dal momento che all’inizio aveva deciso di condividere l’appartamento con l’amico che l’aveva “invitato” a raggiungerlo. “Sono arrivato una settimana prima per ambientarmi. In realtà vivere per un anno con il mio amico mi ha dato una grande mano: anzitutto sono arrivato sull’isola e c’era già una casa pronta, questo lo ritengo un grande punto a favore soprattutto se si è persone introverse, perché andare a vivere con qualcuno che non conosci è sempre un rischio”.

Sistematosi e intrapresa la nuova carriera da informatico a Malta, Carmelo ha iniziato la sua esperienza in un Paese che forse non si differenzia così tanto da quella che considera sempre “casa”: l’Italia. “L’impatto con Malta è stato relativamente positivo, molte situazioni ricordano un po’ il Sud Italia. Fino ai 18 anni ho sempre trascorso i tre mesi estivi in Puglia e quindi per molte cose molto abituato. A partire dagli edifici: qui a Malta se piove forte ti arriva l’acqua in casa, i problemi sono un po’ dovuti agli infissi e un po’ al fatto che sono oggettivamente costruite male. Una particolarità è che guidano come dei pazzi, la quantità di automobili è sproporzionata e penso che su un’isola così piccola sia inutile: è più una questione di status symbol. Tornando alle similitudini col Sud Italia, le strade non sono messe benissimo e alcune sono anche strette: diciamo che il boom economico degli anni ’90 non è stato gestito benissimo da tutti…”.

Malta e Italia: differenze e cose in comune

Alla fine, ti senti davvero un Italiano all’estero? “Sì e no. Malta alla fine è più vicina all’Italia rispetto a Pantelleria, inoltre qui ritrovi molta cultura italiana e ci sono tanti italiani e posti gestiti da italiani. Invece dall’altro canto si sale sul bus e non si capisce in quale parte del mondo ci si trovi, perché si sentono dalle lingue ispaniche a quelle del Nord Europa: questo è un bell’aspetto e si riflette sulla varietà di discount e attività che permette di fare un’esperienza internazionale almeno per quanto concerne la cucina. La lingua maltese sembra arabo con influenze occidentali, per me è incomprensibile; per fortuna nessuno parla esclusivamente maltese perché la lingua nazionale è anche l’inglese. Io qui ho amici italiani, cubani ma pochi maltesi”.

Come vivibilità, dalle parole di Carmelo, Malta non sembra per niente male. “Io abito a Swieqi (in italiano sarebbe Suiechi, si pronuncia “sweeki”): una zona che si trova nel centro-nord dell’isola, a 10 minuti a piedi da Paceville che è la zona delle discoteche e del divertimento. Durante il giorno è tranquillo e in 20 minuti di bus raggiungo La Valletta. Qui l’estate va da aprile a ottobre, periodo in cui Malta si riempie di gente, e nel resto dell’anno ci sono un paio di convention di gaming che attirano gli appassionati ma ci sono anche periodi più tranquilli soprattutto da novembre a febbraio. Difficoltà o esperienze negative non ne ho avute, ma io sono anche relativamente tranquillo e non cerco lo scontro. Comunque non c’è tanta micro criminalità né la classica paura del ladro che potrebbe entrarti in casa, un po’ diffusa invece in Italia. Malta è predisposta ad accogliere gli expat, gli europei se la passano benissimo. Il cibo è molto vario (qui il piatto nazionale di Malta), non mi manca la cucina italiana perché ne trovo tanta: ci sono pizzerie, si compra la pasta e molti negozietti vendono prodotti italiani. Uno lo chiamiamo “la gioielleria” perché vende salumi e formaggi che costano un occhio della testa. E poi Malta pecca in raccolta differenziata: da gennaio 2023 hanno messo delle macchinette per il riciclo di bottiglie e lattine, perché molta gente non la faceva o non correttamente, quindi hanno aumentato il prezzo di 10 centesimi e se si fa il reso si ha uno sconto sulla spesa”.

Ma attenzione, a Malta non è tutto rose e fiori. Carmelo lavora come informatico a Malta nell’ambito IT e la sua è una tra le professioni più pagate. Diverso il discorso se si parte con l’idea di provare un’esperienza, ad esempio nella ristorazione, senza avere un piano preciso. “Il mio lavoro come informatico a Malta è tra quelli più remunerativi: l’It a livello di guadagni sta sotto il Gaming (inteso come mondo delle scommesse e del poker ma sempre a livello tecnico e informatico). Mentre se vuoi venire qui a fare il cameriere o il pizzaiolo non ti conviene: dipende da dove parti, ma devi sapere che non riuscirai a stare in una casa da solo anche perché i prezzi degli affitti sono aumentati. Dipendono comunque dalle zone, nel mio caso si tratta di una delle più ricercate perché è ben servita dai mezzi, ha tutti i servizi e le comodità ma c’è anche tranquillità; a sud dell’isola ci sono molti meno expat e gli affitti sono un po’ più bassi. Arrivando sempre più gente, gli affitti tendono ad aumentare sempre di più”.

Informatico a Malta durante la pandemia

A livello di organizzazione del lavoro, soprattutto durante il periodo pandemico, Carmelo ha valutato positivamente Malta rispetto all’Italia. “Lo smartworking come informatico a Malta è ben organizzato, si può prendere tranquillamente una pausa di 15 minuti anche solo per andare al supermercato a prendere qualcosa al volo: nessuno ti dice nulla. Qui nessuno ti cronometra, durante i meeting si può fare una pausa per fumare una sigaretta, basta che fai il tuo lavoro. Ho vissuto la pandemia molto più serenamente, nulla di paragonabile a quanto successo in Italia: qui ci sono state meno restrizioni e meno costrizione in casa, nonostante dovessimo tenere la mascherina sui mezzi tutto è stato vissuto con meno terrorismo psicologico.  Però, per quanto ho visto io, c’è molto ricambio: la gente a Malta non si ferma per molto, solo 3-4 anni al massimo”.

Un fatto quanto meno strano, se si vive così bene come ci racconta Carmelo. “Penso che il motivo sia legato all’isola in sé, è piccola e quindi dopo un po’ ci si annoia. Inoltre, l’estate è davvero tosta: le temperature superano i 40 gradi e l’umidità è molto alta. Io sono qui da oltre due anni, non sto pensando di cambiare per il momento. Se dovessi decidere di spostarmi, in futuro, andrei in Olanda – in particolare ad Amsterdam che ho visitato e mi ha affascinato – oppure in Spagna o Portogallo – ovvero in un posto caldo e non lontanissimo dall’Italia. Ad ogni modo, l’Italia è sempre casa: non sono lontano da così tanto tempo da poter dire che Malta è casa, qui ho qualche amico ma la famiglia è in Italia. Malta è un passaggio, non è definitivo, anche se al momento mi trovo bene dove sono lavorando come informatico a Malta”.

Ps: perché abbiamo scelto un’immagine in evidenza in cui Carmelo si trova in un garage e non di lui al lavoro come informatico a Malta? “Una foto con i Nanowar of Steel a Malta vale sicuramente la copertina dell’articolo“.

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